Un taccuino, scarpe buone e tante idee per il futuro: alla scoperta delle aree marginali friulane con il progetto “Terre Alte tra Confini e Frontiere”, attraverso lo sguardo dei giovani
Indagare il passato di un territorio e coglierne le suggestioni di futuri possibili attraverso il gesto più semplice e naturale per l’essere umano: camminare. È questa l’idea alla base del progetto “Terre Alte tra Confini e Frontiere”, promosso dall’impresa sociale Melius e la cooperativa Cramars e che ha visto il coinvolgimento di alcuni giovani della Rete RIFAI.
Pontebba, Timau, Topolò, Prossenico e Stolvizza: questi i cinque paesi delle montagne friulane in cui, tra luglio e settembre, si sono tenute le “passeggiate generative” aperte al pubblico, andando alla ricerca di storie ed esperienze di vita sia personale che di comunità. Perché qui sta il tratto distintivo del progetto: la volontà di entrare in contatto con gli abitanti di questi luoghi di confine, da sempre in dialogo con le vicinissime Austria e Slovenia.
Scoprire i paesi di frontiera
Ecco che allora i partecipanti alle passeggiate si trasformano in antropologi amatoriali con tanto di taccuino per annotare le proprie impressioni. È un’immagine che ricorda immediatamente il celebre scrittore Bruce Chatwin con la sua fedele Moleskine in mano; a differenza sua, anziché spingersi negli angoli più remoti del globo, qui l’esplorazione avviene a due passi da casa, su quelle montagne che si rivelano terreni fertili di idee ed energie.
Oltre 200 persone hanno preso parte al progetto Terre Alte, scoprendo l’eredità storica della Grande Guerra– e il suo carico emotivo – a Timau, le fiorenti economie sociali di Prossenicco, la forza rigeneratrice dell’arte a Topolò. Si sono interrogate su quali elementi fondare la futura attrattività e vivacità di questi territori. Si sono fatte contaminare dagli sguardi e delle narrazioni di chi questi territori li abita, e sono tornate a casa probabilmente con un’idea di “montagna” diversa da quella che avevano prima.
Il ruolo dei giovani nel progetto “Terre Alte”
“È stato molto interessante il fatto di uscire dalle tipizzazioni in cui siamo soliti cadere quando si parla di montagna in maniera ideale, astratta e teorica”, afferma Lisa Savoia mentre racconta la varietà di incontri fatti nei paesi friulani. Socia di RIFAI, anche lei fa parte dell’anima giovane del progetto Terre Alte: un gruppo di nove ragazzi e ragazze tra i 19 e i 29 anni che ha curato l’ideazione degli eventi e li ha documentati. Ciascuno ha dato il proprio contributo, sia in termini di competenze che di sensibilità e lente interpretativa: il risultato del loro lavoro è raccolto sul sito del progetto.
“Le comunità sono state colpite dal fatto che le persone giovani sono interessate al loro territorio e a come si vive lì, non solo alle bellezze turistiche”, spiega Lisa, autrice di una ricca serie di articoli relativi alle passeggiate. “C’è il pregiudizio secondo cui le persone che vivono in montagna non vogliano parlare, ma lo abbiamo sfatato con questo progetto”, prosegue. “Se lasci le persone libere di condividere ciò che sta loro a cuore allora si aprono e parlerebbero per ore”.
Il fotolibro e l’evento di restituzione
La restituzione di questo intenso esperimento di lettura del territorio avverrà giovedì 24 novembre alle ore 18.00 a Udine, presso “Spazio 35”. Sarà l’occasione per far incontrare le comunità che hanno ospitato le passeggiate antropologiche e presentare il fotolibro realizzato dal team di giovani creativi. Disponibile anche online, il volume sarà non solo una rielaborazione delle esperienze vissute, ma anche punto di partenza per immaginare le future azioni concrete per lo sviluppo delle aree marginali friulane.
Le fotografie sono di Abel Picogna, Annalisa Doriguzzi Breatta e Giulio Nascimben