Il turismo relazionale propone esperienze di incontro tra i visitatori che arrivano e gli abitanti che nei paesi ci vivono. Vi raccontiamo una storia siciliana, che nasce nel paese di Sant’Angelo Muxaro.
Queste parole sono state pronunciate da Pierfilippo Spoto, fondatore della piccola impresa turistica Val di Kam ed esperta guida naturalistica. Un personaggio particolare (nell’accezione più positiva del termine) con alle spalle una storia che merita di essere raccontata, perché inizialmente Pierfilippo aveva intrapreso un percorso che lo aveva portato lontano dalla Sicilia e dai suoi Monti Sicani.
Dopo una laurea in Scienze bancarie e assicurative si trasferisce a Londra dove comincia a lavorare come broker per una società finanziaria, ma è proprio nella City che comincia a prendere forma il suo “racconto sicano”. Infatti, durante il tempo libero, Pierfilippo esplora la città alla ricerca della sua Sicilia nelle botteghe, nei supermercati e nelle agenzie viaggi per osservare come l’isola venga raccontata al di fuori, ma si accorge che all’interno della narrazione mancano tutta una serie di dettagli poiché, oltre alle destinazioni più note come Palermo, Erice, Siracusa e Agrigento, tutto il mondo della vita nell’entroterra viene totalmente trascurato. E’ proprio quest’assenza a risvegliare in lui un richiamo alle origini, che si incarna in un forte desiderio di raccontare la vita di un paesino delle aree interne e, dopo tre anni nella città della Regina, lo spinge a tornare a casa.
Nel 2002, assieme ad altri ragazzi di Sant’Angelo Muxaro, mette in rete il primo sito internet del paese. Di pari passo prende forma l’esperienza Val Di Kam, che comincia proponendo vari percorsi naturalistici e archeologici nei dintorni del paese. Agli inizi Pierfilippo chiedeva ai turisti di visionare le foto che avevano scattato durante la giornata, così da avere un’idea di cosa catturasse la loro attenzione e poter quindi migliorare il racconto e l’itinerario proposto per le escursioni future.
Così, attraverso le foto, si rende conto che ad attirare l’occhio dei visitatori non sono tanto i monumenti, ma le scene di ordinaria sicilianità: i panni stesi sui balconi, la nonnina vestita di nero che compra il pane al forno o l’intensa partita a carte che si sta svolgendo al bar. Ben presto realizza che puntando esclusivamente su un racconto del territorio in chiave archeologica e naturalistica sarebbe sempre stato secondo a qualcuno in Sicilia. Capisce che deve cambiare il focus, che deve puntare sulla gente del luogo e che il suo pezzo di Sicilia va raccontato anche con le storie di chi nei paesi ci vive.
Pertanto, Pierfilippo comincia a includere nella sua proposta delle attività che prevedono l’incontro dei visitatori con i locali. Si preparano il pane e la pizza al forno di Maria e Angelo e si interagisce con l’artigiano Filippo che intreccia i tradizionali panieri in vimini, il tutto mentre i clienti entrano in bottega come in una normale giornata lavorativa, o ancora si passeggia per i vicoli del paese salutando e fermandosi a chiacchierare con i vicini.
Si tratta di un percorso certo non senza difficoltà, che in principio ha dovuto superare la diffidenza di alcuni compaesani incuriositi dall’iniziativa, ma non disposti ad aprire la porta di casa. Tuttavia, non è stata una fatica affrontata in solitaria, c’è stato il supporto dell’amministrazione comunale, volenterosa di dare spazio alla voce della popolazione locale per far rivivere il centro storico, e anche il supporto del GAL Sicani, che aveva intuito le potenzialità del turismo relazionale per i paesi presenti all’interno del Distretto rurale di qualità dei Sicani, un marchio collettivo e progetto di promozione territoriale che oggi include 29 Comuni.
Al giorno d’oggi i visitatori sono diventati ospiti, e quando cammina con loro per le strade, Pierfilippo si sofferma a chiacchierare con le persone affacciate al balcone, con i ragazzi che giocano a calcetto in piazza o con gli irriducibili vecchietti che giocano a carte al bar di paese.
Guardando i vicoli con gli occhi degli altri ho imparato a vedere cose che fino a vent’anni fa non vedevo
E’ così che delle visioni quotidiane come il fornaio che prepara la pizza o i panni stesi sul balcone diventano qualcosa di straordinario di fronte agli occhi del visitatore forestiero. La storia di Pierfilippo, Sant’Angelo Muxaro e Val di Kam ci insegna che a volte cerchiamo lontano, ma alla fine la ricchezza la troviamo all’uscio del portone di casa, una storia in lieto corso che sembra provenire dall’universo Disney, ma invece arriva da un paesino di 1200 anime delle nostre aree interne.
Testo di Giulio Nascimben