Premessa: sogni, desideri, limiti e bisogni
Dopo più di 60 anni il modello urbano-centrico, che vedeva nelle città l’unico elemento trascinante per lo sviluppo dell’intero Paese, è entrato in crisi. Si fa strada un nuovo modello metro-montano, che accanto alle città chiama in causa le Aree Interne per fare la propria parte nella ricerca di nuove strade di sviluppo sostenibile dell’intera nazione. Alcuni giovani di varie regioni italiane si sono riuniti sotto la sigla di RIFAI (Rete Italiana Facilitatori Aree Interne), per condividere ad un percorso di crescita personale e per andare verso il superamento delle disuguaglianze socio-economiche e territoriali venutesi a creare negli ultimi decenni tra città e Aree Interne: tra le prime cose da affrontare, le scarse opportunità lavorative di livello qualificato, la difficoltà di accesso ai servizi essenziali e un sistema di istituzioni politiche e apparati amministrativi e burocratici dello Stato insostenibilmente lento e farraginoso. Spesso di manifesta una carenza di accesso alle informazioni sulle diverse opportunità messe a disposizione dei giovani, che ne inficiano la possibilità per chi abita nei comuni delle Aree Interne di poterne usufruire. Il web ha sicuramente assottigliato queste difficoltà ma rimangono importanti sportelli, uffici e associazioni che possano fare da tramite tra i giovani e le informazioni a loro destinate. E’ un problema di democrazia, legato a quella “dignità sociale” di cui parla l’articolo 3 della Costituzione Italiana, ostacolata da una condizione di disparità. Proprio per le loro caratteristiche, le Aree Interne pongono oggi grandi sfide, insieme a significative opportunità: rappresentano luoghi unici in cui costruire innovazione, ripensando a un modo di vivere in cui la garanzia dei diritti base di cittadinanza e le opportunità di realizzazione di sé possano emanciparsi e sperimentare nuovi modelli di esistenza, più in linea con l’ambiente e il paesaggio in cui nascono. Nuovi modelli da suggerire ed esportare anche nelle aree metropolitane, avviando e rafforzando processi circolari di rigenerazione e ri-significazione delle risorse ed energie esistenti. Investire sui giovani delle Aree Interne, e soprattutto sulle giovani, che secondo i dati sono quelle percentualmente più soggette ad abbandonare le Aree Interne, vuol dire investire nelle capacità di sviluppo di questi territori e del Paese intero, poiché questi giovani rappresentano quella parte della popolazione più incline all’innovazione e al cambiamento. I giovani delle Aree Interne sono più facilitati ad agire, rispetto altri contesti territoriali, per un discorso di prossimità. – avere maggiore vicinanza e relazioni dirette con i policy makers. Riteniamo che sia doveroso partire da quelle aree, all’apparenza disperate, territori muti, dove il drenaggio continuo di uomini e attività economiche produce smarrimento, subalternità, assenza di futuro, con il rischio per i giovani di trasformare il senso di comunità, i forti legami familiari e sociali delle Aree Interne in una sorta di immobilismo che può condurre alla condizione di NEET.
Non sempre essere oggi un giovane “figlio” delle Aree Interne vuol dire avere coscienza di questo cambiamento epocale e sentire la responsabilità di diventare la futura generazione che dovrà prendere in mano le sorti del paese in generale e delle Aree Interne in particolare. Leggi di più…
Pensiamo che partire dalle Aree Interne sia più semplice: perché è facile innovare nei territori in cui bisogna inventarsi tutto, ed è semplice trasferire buone pratiche ed esempi di successo fra vari territori marginali che partono da condizioni di diseguaglianze simili.
Essi possono:
Oggi le Aree Interne sono ancora quei luoghi in cui si impara che esiste l’incapacità da parte di chi le abita di esprimere bisogni e rivendicare diritti, anche i più elementari. Sono ancora i luoghi dove si impara la lezione amara che più la gente viene stritolata, meno reagisce. E questo deve assolutamente cambiare.
Il Manifesto di Valloriate
Nel settembre del 2020 un gruppo di giovani delle Aree Interne montane di tre regioni italiane (Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Sicilia) si riuniscono a Valloriate, in occasione del Nuovi Mondi Film Festival, per conoscersi e raccontare ai Decisori (Strategia Nazionale Aree Interne, parlamentari italiani e amministratori locali) i loro sogni futuri. Con l’aiuto delle associazioni culturali Kosmoki e Dislivelli, della cooperativa Cramars e del Gal Sicani, hanno realizzato una prima bozza di manifesto delle esigenze delle giovani e dei giovani che vivono e studiano nelle Aree Interne Italiane, nel corso di un confronto durato due giorni.
La bozza nei mesi successivi è stata ridiscussa, integrata, elaborata e messa a confronto con altri documenti simili. Fino ad arrivare al seguente documento intitolato: “LA RIVINCITA DELLE AREE INTERNE”. Si tratta di un manifesto condiviso dagli aderenti a RIFAI in cui vengono raccolti i bisogni su cui i giovani delle Aree Interne ritengono importante che la politica si interroghi, al fine di includere all’interno della prassi e degli indirizzi quelli che sono le necessità, i sogni e le prospettive per future Aree Interne. Un documento in cui i giovani delle Aree Interne credono fortemente, diviso in ambiti nei quali agire oggi per la futura RIVINCITA DELLE AREE INTERNE.
+ Partecipazione
Ci aspettiamo Aree Interne (AI) in cui la scarsa densità di popolazione sia assunta quale vantaggio e come possibilità per lo sviluppo di politiche orientate alla partecipazione di tutti i cittadini e in cui vengano favorite co-produzione delle politiche pubbliche e sperimentate forme di Open Government, nell’ottica di una strategia di sviluppo locale place-based a carattere “rigenerativo” e “circolare”.
Nello specifico sosteniamo che sia necessario agire in alcune specifiche direzioni evidenziate di seguito.
Le proposte:
Pubblica Amministrazione
La gestione della “cosa pubblica” nelle AI è appannaggio di poche persone. Molte volte questo dipende anche dalla scarsità dei votanti. Oltre alla rappresentanza delle quote rosa nei singoli consigli comunali, sarebbe opportuno prevedere anche la rappresentanza delle persone under 30. E’ opportuno sollecitare e sostenere una modernizzazione della pubblica amministrazione (PA) a tutti i livelli, compreso quello linguistico, includendo le esperienze esistenti e che dimostrano un impatto e una capacità di coinvolgimento dei giovani.
Comunicazione dei bisogni
Dopo oltre un secolo di modelli di vita cittadini che hanno schiacciato le AI, è importante studiare forme di comunicazione adeguate per proporre le istanze delle persone (giovani ed anziani) che vivono e lavorano all’interno delle AI stesse. Bisogna investire in nuove forme di relazioni sociali ridando valore al concetto di comunità, per creare territori coesi, inclusivi e partecipati. Bisogna cambiare l’immagine della montagna. Non esiste più il Paese Presepio ma esiste la realtà fatta di persone che vivono e lavorano in montagna. Persone che vanno premiate in quanto resistenti e restanti. Insomma basta celebrare il sacrificio degli emigranti che dalle montagne se ne sono andati negli anni scorsi: bisogna cominciare a pensare al sacrificio dei restanti che ancora resistono in modo non rassegnato ed innovativo.
E’ urgente creare spazi e luoghi appositi, sportelli giovanili destinati all’ascolto e centri di accompagnamento e sviluppo delle idee. E’ auspicabile l’arrivo nelle AI di persone capaci di accompagnare i processi di sviluppo ed è necessario che la PA investa in maniera seria e inclusiva sui giovani e sul loro futuro, anche attraverso politiche dedicate. E’ necessario facilitare l’accesso dei giovani al dialogo con la PA cercando formule di amministrazione trasparente, meno strutturate e più accessibile, che possano includere anche i gruppi informali.
Cittadinanza attiva
Anni di rassegnazione, invecchiamento della popolazione, esodo dei giovani, allontanamento di questi ultimi dalla politica e permanenza di una classe dirigente impreparata a cogliere le sfide del futuro sono la causa di parte della crisi odierna vissuta dalle AI. Immaginare un futuro diverso significa creare nuovi strumenti di partecipazione e cittadinanza attiva, a tutti i livelli. A partire dalla formazione dei giovani alla politica attiva da mettere in atto con strumenti creati all’interno e con l’aiuto delle amministrazioni locali.
+ Cultura
I temi delle AI sono quasi sempre discussi in città. Manifestazioni, concerti e piece teatrali la maggior parte delle volte si svolgono in città. Per partecipare ad iniziative culturali quasi sempre bisogna macinare chilometri. Eppure la cultura dovrebbe essere uno strumento che unisce, crea reti, una cosa concreta e circolare, capace di mette tutti insieme. E allora oggi bisogna fare si che anche nelle AI torni ad essere una palestra di socialità, di avvicinamento, di rete, attraverso percorsi di co-creazione, partecipazione. Bisogna mettere in campo veri e propri “interventi per lo sviluppo della fantasia”. Vogliamo essere ambasciatori della fantasia attraverso la cultura per portare gioia nelle AI.
Le proposte:
Co-creazione
La cultura come collante può essere un attivatore di partecipazione in territori sempre più silentio, uno strumento per dare spazio attraverso linguaggi culturali a forme di collaborazione e relazione che possono rappresentare possibili occasioni per la nascita di reti territoriali utili al suo sviluppo.
Liberare i sogni
Che sia musica, teatro, cinema, arte crediamo la cultura rappresenti una possibilità per far sognare, per immaginare e scoprire aree interne più gioiose e visionarie. Va incentivata la volontà dei giovani di creare attraverso linguaggi culturali momenti di aggregazione che sviluppino comunità locali e che spingano le città a scoprire le AI.
+ Formazione
La possibilità per i giovani di poter rimanere a vivere nelle AI senza dover rinunciare ai loro sogni passa anche per un’offerta formativa capace di intercettare le possibilità lavorative che le stesse AI possono offrire. Restare a vivere in montagna o nel resto delle AI italiane non vuol dire dover per forza diventare agricoltori, pastori o “spiattellatori di skylift”. Noi crediamo che le AI oggi vadano viste come laboratori di innovazione, a partire dall’offerta scolastica, passando per la digitalizzazione e l’imprenditoria di qualità.
Le proposte:
Sistemi educativi
I sistemi scolastici offerti ai giovani nelle AI sono spesso sradicati dal contesto territoriale. E’ urgente riallacciare questi percorsi educativi con le peculiarità del territorio per consentire ai giovani di poter ottenere una formazione che possa aiutarli a rimanere a vivere e lavorare sui loro territori. Nell’istituzione di questi percorsi formativi, bisogna prestare attenzione particolare al lavoro di rete e ai percorsi di approfondimento su sostenibilità e identità sessuale.
Orientamento e Lavoro
Per evitare l’abbandono dei giovani delle AI è necessario offrire loro un adeguato orientamento alla scelta dei percorsi formativi finalizzati all’individuazione delle possibilità lavorative offerte dai luoghi di residenza. Urge realizzare sistemi locali di orientamento finalizzati alla permanenza ed al radicamento delle giovani generazioni.
Erasmus delle Aree Interne
Creare occasioni di scambio fra giovani di diversi contesti delle AI, offrendo loro la possibilità di conoscere casi di successo e poterli replicare. Questo può essere l’antidoto alla rassegnazione dei giovani, spesso costretti ad abbandonare i loro piccoli comuni perché non trovano una risposta occupazionale soddisfacente. Favorire quindi occasioni di mobilità per i giovani all’interno delle AI, sia per studenti che per lavoratori o apprendisti.
+ Opportunità
Vorremmo poter immaginare i paesi in cui viviamo non come luoghi da dove partire con un biglietto di sola andata ma come luoghi in cui tornare con la possibilità di poter mettere a frutto conoscere e know how appresi.
Le proposte:
Officine tematiche
La carenza di agenti di sviluppo locale, innovatori sociali ed esperti di sviluppo locale ostacola notevolmente il processo di sviluppo delle AI. È necessario, creare dei laboratori tematici, delle officine di condivisione degli argomenti connessi allo sviluppo locale, in modo da diffondere sui territori buone pratiche e nuove professionalità.
Collocamento
Crediamo sia importante sostenere azioni specifiche e dedicate allo sviluppo di forme di lavoro dipendente e autonomo all’interno delle AI. A tal fine si rendono necessarie azioni di incentivazione della cultura di impresa e azioni rivolte a sollecitare incontro tra domanda e offerta all’interno dei territori, e tra AI e città sviluppando azioni e pratiche sperimentali. .
Laboratori di Innovazione
Occorre incentivare la presenza di spazi fisici o virtuali nelle AI che possano favorire l’incontro e la valorizzazione delle competenze tra i giovani residenti. Tali spazi, fisici o virtuali, messi in connessione tra loro, possono sviluppare poli di innovazione e di ricerca all’interno delle AI.
+ Sostenibilità
Viviamo in luoghi in cui di notte è ancora possibile vedere le stelle, immersi in una natura presente e di enorme valore per tutti noi. Per questo motivo pensiamo di poter essere d’esempio per il paese intero nella promozione di politiche di rispetto dell’ambiente e progetti di sostenibilità.
Le proposte:
Formazione all'ambiente
Superata ormai la visione della natura delle AI come giardino di svago a servizio dei cittadini, va ricostruita una visione dell’ambiente e del paesaggio al servizio anche di chi vi abita e vi lavora. Una corretta conoscenza dell’ambiente in cui si vive, attraverso azioni di formazione sui giovani delle AI, può essere un presupposto alla creazione di nuovi progetti sostenibili di sviluppo locale.
Laboratori di promozione del paesaggio
Le risorse ambientali sono un patrimonio importante delle AI. Attraverso la creazione di laboratori di ricerca e gestione sostenibile del paesaggio, della flora e della fauna, si pongono le basi per la salvaguardia di un bene comune per le nuove generazioni e per quelle future. Tali laboratori possono concorrere alla corretta gestione dell’ambiente come risorsa turistica importante e da non depauperare.
+ Mobilità sostenibile
Ambiamo ad avere un servizio di trasporti efficiente diverso da quello cittadino, che possa sperimentare modelli di mobilità intelligenti basati sulle esigenze reali delle persone. Crediamo sia possibile sperimentare ed elaborare nuove forme di mobilità a partire da un’analisi dei bisogni reali della popolazione residente o ospite.
Le proposte:
Servizi a chiamata
Gli attuali servizi di trasporto erogati nelle AI non garantiscono standard di vita paragonabili a quelli delle città. È necessario impostare un sistema di erogazione dei servizi a chiamata.
+ Welfare
Per realizzare nuove ed efficienti politiche di welfare nelle AI crediamo nelle potenzialità del terzo settore. Da sviluppare attraverso l’utilizzo degli spazi vuoti o in disuso da trasformare nei “luoghi delle possibilità”.
Le proposte:
Patti di collaborazione
Il patrimonio immobiliare pubblico e privato delle AI è molto sottoutilizzato. Paradossalmente molte volte i giovani non riescono a trovare luoghi di aggregazione. Riteniamo opportuno avviare “patti di collaborazione” tra pubblico e privato per la gestione del patrimonio immobiliare sfitto finalizzati a creare punti di socialità a disposizione dei giovani delle aree interne.
Modelli aggregativi
Siamo convinti sia necessario diffondere la cultura dell’innovazione e della società della conoscenza all’interno delle AI, alla pari di quanto avviene nelle grandi città, dando vita a nuovi modelli aggregativi di creazione di impresa.
Terzo settore
Il welfare di prossimità appare la soluzione migliore per le AI. E’ necessario sviluppare forme di aggregazione dei bisogni delle persone per promuovere servizi di prossimità a sostegno del sistema dei servizi del welfare pubblico.