Fare un crowdfunding dove la folla non c’è
Fare un crowdfunding dove la folla non c’è

Fare un crowdfunding dove la folla non c’è

E’ la sfida raccolta da Al Cicapui, nelle Valli di Lanzo: la raccolta fondi per sostenere il suo progetto di turismo inclusivo è aperta fino a novembre

Portare innovazione in un’area montana può assumere diverse forme, anche quella di attivare un crowdfunding. “Crowd”, letteralmente “folla”: può forse sembrare controintuitivo in territori segnati dallo spopolamento. Eppure è questa la sfida che ha raccolto Al Cicapui, associazione che opera a Groscavallo, nelle Valli di Lanzo (TO). Vedendo nel crowdfunding un’opportunità per finanziare progetti a impatto sociale e al contempo creare nuove reti sul territorio.
Ne abbiamo parlato con Giacomo Verzino, volontario e civilista dell’associazione, specializzato in sociologia e politiche per i territori marginali e appassionato, da sempre, di montagna.

Cos’è Al Cicapui e di cosa si occupa?
Al Cicapui è una APS e ASD che nasce nel 2019 dal forte legame dei suoi fondatori al territorio in cui è situata. La nostra mission è contribuire alla valorizzazione delle Valli di Lanzo attraverso attività ludico-sportive e manuali-creative, favorendo la creazione di capitale sociale tra i partecipanti e tra i tesserati, e allo stesso tempo favorendo pratiche ecologiche come il riciclo creativo. A questo approccio contribuisce il risalto che diamo al patrimonio forestale, paesaggistico, faunistico ed eno-gastronomico del nostro territorio, promuovendo anche un turismo lento, attento all’ambiente e al contesto culturale delle nostre Valli.

In quale territorio opera l’associazione? Quali sono le problematiche che vive questo territorio?
Le Valli di Lanzo sono a tutti gli effetti un’Area Interna, e come tale presentano un quadro di forte spopolamento, di scarse capacità di ritenzione di giovani lavoratori e di contrazione dei servizi. In particolare, la storica ferrovia Torino-Ceres che collegava le Valli alla città ha visto, nel suo tratto montano, una contrazione notevole delle corse effettuate, con ripercussioni molto negative sulla viabilità e sull’accessibilità delle Valli. D’altro canto, il quadro istituzionale locale sconta una grande frammentazione: basti pensare che in un territorio di poco meno di 700 kmq vi sono due distinte Unioni Montane, e ciò pone ulteriori difficoltà nello sviluppo di programmazioni durature e di ampio raggio.

Noi di RIFAI ci occupiamo soprattutto del rapporto tra giovani e Aree Interne: quale ruolo hanno i giovani nella vostra associazione? In quale modo intercettate i giovani sul territorio?
Come associazione ci rivolgiamo ai giovani in diversi modi: innanzitutto, i giovani sono i principali utenti della nostra area a Groscavallo, dove durante il periodo estivo possono usufruire liberamente di campi sportivi, area attrezzata e spazi aggregativi. In maniera più strutturata, invece, accogliamo tirocinanti dalle università per dare loro l’opportunità di lavorare su progetti concreti basati sul riutilizzo e il riciclo di materiali nobili, rafforzando così delle competenze che in futuro diventeranno sempre più utili. In secondo luogo, da quest’anno abbiamo attivato il Servizio Civile Universale, grazie al quale collaboriamo con tre ragazzi – tra cui io – provenienti da campi disciplinari diversi, ma accomunati dalla passione per le Valli di Lanzo. In questo modo abbiamo la possibilità di impiegare competenze specifiche a beneficio del territorio, cosa che altrimenti è più difficile fare. Insieme, per esempio, abbiamo avviato una campagna di crowdfunding per sostenere un progetto riguardante il turismo inclusivo e sostenibile.

Puoi raccontarmi di più della raccolta di crowdfunding che hai menzionato? In che modo si può contribuire?
Certo, VIAVAI è un’app per smartphone a cui stiamo lavorando da ormai tre anni, finanziata inizialmente con un bando di Crédit Agricole. L’app è volta a rendere immersivo e ricco di contenuti informativi il percorso chiamato “Sentiero Natura”, che collega Ceres e Forno Alpi Graie, rispettivamente all’imbocco e al fondo della Val Grande di Lanzo. All’interno dell’app si troverà un’ampia gamma di punti di interesse storico, naturalistico e gastronomico da noi selezionati e georeferenziati grazie anche al coinvolgimento della comunità locale. In aggiunta, è anche presente un’attenzione specifica al benessere psicologico, grazie a una serie di “tips psicologici” legati alla Montagnaterapia. Con questo crowdfunding vorremmo finanziare la realizzazione di una segnaletica tattile e sonora dedicata alle persone con disabilità visiva, oltre a implementare un design inclusivo all’interno dell’app stessa, in modo da rendere accessibile anche alle categorie fragili la bellezza e il benessere che l’esperienza della montagna è in grado di donare. Tutti i dettagli del progetto e le informazioni per fare una donazione sono disponibili sulla piattaforma Eppela e la raccolta resterà aperta fino al 2 novembre.

A tuo parere, un crowdfunding nelle Aree Interne comporta sfide diverse rispetto a un crowdfunding in aree urbane? E se sì, come pensate di superarle?
Le Valli di Lanzo hanno tante realtà interessanti che però spesso raccolgono al loro interno un numero limitato di persone, e la marginalità territoriale si fa sentire anche sul numero di partecipanti che contribuiscono attivamente alle iniziative. Questo credo che valga anche per altri contesti analoghi in cui, a differenza della città, è più difficile che si capiti “per caso” in spazi o eventi a cui poi si finisce per contribuire. Per tali ragioni credo che nelle Aree Interne sia ancora più importante fare rete su progettualità come questa, ed è su questo che puntiamo a fare sia tra realtà di contesti montani, sia tra realtà come la nostra e quelle afferenti a contesti urbani.

Il progetto per cui volete raccogliere fondi ha una postura particolare nei confronti del turismo, lavorando sull’accessibilità e l’inclusività dell’esperienza. Nel vostro territorio quale tipo di turismo è presente? Quale intendete promuovere per far sì che sia una risorsa per la comunità?
La villeggiatura è sicuramente molto diffusa, le Valli di Lanzo hanno da sempre una cospicua quota di seconde case di persone residenti nel torinese. Un tempo era piuttosto presente il turismo invernale basato sullo sci, ma diversi impianti negli anni hanno chiuso per mancanza di neve. Oggi sono molto praticati trekking ed escursionismo, anche grazie alla rete di rifugi e bivacchi, anche se le gite di una sola giornata verso località come il Pian della Mussa registrano i numeri più alti – e anche le maggiori criticità, come congestione della viabilità e limitati impatti positivi sull’economia locale. Il nostro punto di vista, a cui cerchiamo di dare concretezza con l’app VIAVAI, è che un turismo non estrattivo che dia benefici sia ai visitatori sia al territorio è possibile. Nel primo caso, facendosi guidare dai consigli e dalle indicazioni di chi il territorio lo vive tutto l’anno, i turisti avranno la possibilità di guardare alle Valli con occhi nuovi e più consapevoli; per la comunità locale, invece, ricevere turisti più informati e rispettosi dell’ambiente circostante rappresenta un cambiamento positivo, a cui si somma la possibilità delle attività produttive artigianali locali di farsi conoscere grazie alle convenzioni di cui possono usufruire gli utenti dell’app.

Puoi raccontarmi un’esperienza particolarmente significativa della vostra associazione in questo ambito?
Chiara e Antonio, due dei fondatori di Al Cicapui, hanno passato la loro gioventù nelle Valli di Lanzo in uno dei periodi più fiorenti per il territorio. Per loro questa esperienza è di grande ispirazione per i progetti che mettiamo in campo: il centro estivo all’aperto che gestiamo ogni estate ha infatti creato nuovi legami e ha permesso a molte persone anziane di tornare a passare il periodo estivo nelle Valli usufruendo del nostro servizio per i nipoti. Siccome invece durante l’inverno teniamo laboratori anche a Torino, alcuni genitori dei partecipanti si sono interessati alle nostre montagne, così hanno deciso di portare i figli al centro estivo e di conoscere il territorio da turisti. In alcuni casi, questo interesse è persino sfociato in nuovi progetti di residenzialità nelle Valli. Da queste premesse, quindi, è nata l’idea di VIAVAI come ulteriore strumento per perseguire la nostra visione di rigenerazione del territorio, il più possibile in maniera consapevole ed inclusiva.

Per sostenere l’esperienza di Al Cicapui, o anche solo per scoprire più dettagli della sua campagna di crowdfunding, puoi dare un’occhiata al progetto su Eppela a questo link.