C’era anche una delegazione di Rifai all’evento organizzato dal Labex ITTEM, comunità francese di ricercatori per l’innovazione in montagna. Ecco com’è andata!
Il 16 e 17 Novembre, nei dintorni di Grenoble, si sono svolti gli incontri del Labex ITTEM, una comunità interdisciplinare di ricercatori per l’innovazione dei territori di montagna. Vi ha preso parte anche una delegazione italiana della Rete RIFAI composta da una giovane ricercatrice, un assessore all’agricoltura, un professore universitario, un progettista, un coltivatore di alta quota ed un’espatriata francese, per scambiare riflessioni, esperienze, difficoltà e successi della progettazione in montagna nei rispettivi territori.
Il mondo della ricerca è uscito dalle aule per rendere più accessibili i suoi progetti di ricerca e favorire il dialogo attraverso giochi, tavole rotonde, docu-film in presenza dei registi e momenti di networking con un sottofondo enogastronomico.
Le attività del Labex ITTEM
Sono state affrontate le problematiche di oggi e domani con un pubblico anche non accademico (realtà associative, cooperative, agricole, amministrazioni e cittadini) con l’obiettivo di creare sinergie e supporto sul tema della “transizione” delle aree montane tra ricercatori e chi vive o lavora sul campo ogni giorno.
Ogni territorio affronta le sue sfide e un paragone tra Francia e Italia potrebbe sembrare azzardato proprio per la differenza di gestione nazionale dei due paesi. Nonostante questo, le aree montane francesi e italiane condividono numerose problematiche: l’impatto del cambiamento climatico sulle attività invernali, la fuga dei giovani, l’abbandono e la frammentazione delle terre agricole, la geo-storia dimenticata del territorio e del saper fare.
Secondo Andrea Di Bernardo, socia RIFAI e dottoranda, “Labex ITTEM è stata l’occasione di affrontare conversazioni stimolanti e non solo accademiche sulle molteplici possibilità della transizione delle aree montane, sui progetti di ricerca di quelle zone e sulla creatività di alcuni metodi utilizzati dai casi presentati”.
Creare connessioni transfrontaliere
La presenza della nostra Rete a questo evento ha anche avuto il merito di far conoscere una parte dell’Italia più lontana dai riflettori internazionali: le aree interne e la loro valorizzazione dal basso. Sono avvenute delle bellissime conversazioni e connessioni naturali tra persone appassionate che hanno già posto le fondamenta per lo sviluppo di futuri partenariati franco italiani.
Piero Brunod, membro di RIFAI, afferma che al ritorno da Arvillard il suo pensiero “si muove su due termini complementari: rete e visione. Ripensare al fare rete non necessariamente come opportunità per condividere e validare modelli con altri, quanto come opportunità di attivare sinergie che ci permettano di problematizzare la nostra realtà. Strutturare visioni condivise che alimentino l’intenzionalità trasformativa che deve caratterizzare il nostro lavoro”.
Per scoprire quali collaborazioni transfrontaliere nasceranno da questo incontro… Stay tuned!