L’università può essere uno stakeholder importante per lo sviluppo delle aree marginali: scopriamo in quali ambiti può intervenire
Le piccole aree interne italiane affrontano sfide uniche e urgenti, quali spopolamento, declino economico e limitato accesso alle risorse, ma custodiscono un enorme potenziale per lo sviluppo sostenibile e la preservazione culturale del nostro Paese. A supportarle, in questi ultimi anni, sono intervenute sempre più anche le università. Queste si sono rivelate dei veri catalizzatori per processi rigenerativi, sfruttando non solo la competenza accademica, ma anche la capacità di ricerca e il coinvolgimento delle comunità, fondamentale nel rivitalizzare le piccole aree rurali italiane attraverso contributi in diversi ambiti. La “Terza Missione” rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali dell’istituzione universitaria moderna che, oltre alla tradizionale missione di insegnamento e ricerca, sempre di più svolge un ruolo attivo nella società contribuendo allo sviluppo socio-economico e culturale delle comunità locali.
Un ponte verso il futuro, dove la conoscenza si fa strada e la società si trasforma.
In quali ambiti può intervenire l’università? Eccone alcuni.
1. Trasferimento di conoscenza e ricerca
È una risorsa preziosa per le aree rurali dell’entroterra italiano grazie ai progetti di ricerca e alle collaborazioni con gli attori locali. Fornisce preziose informazioni sulle sfide e le opportunità specifiche dei centri minori. Agricoltura, sviluppo rurale e patrimonio culturale beneficiano di soluzioni innovative per una crescita economica sostenibile e il benessere delle comunità. La ricerca interdisciplinare contribuisce allo sviluppo di modelli sostenibili per l’imprenditorialità rurale, l’energia rinnovabile e la conservazione ambientale. Condividendo i risultati delle ricerche e le migliori pratiche, si promuove l’autonomia delle comunità locali, migliorando la produttività e costruendo nuove economie resilienti.
2. Imprenditorialità e innovazione
L’università promuove la mentalità imprenditoriale e sostiene la creazione di startup e piccole imprese nelle comunità rurali. Attraverso incubatori, centri di trasferimento tecnologico e programmi di imprenditorialità, fornisce agli aspiranti imprenditori supporto, formazione e accesso alle risorse necessarie. Incentivando l’innovazione e la diversificazione, permette alle aree rurali di sviluppare nuove industrie come agritech, ecoturismo e conservazione del patrimonio culturale. Queste iniziative non solo creano opportunità di lavoro, ma favoriscono anche la permanenza dei talenti locali, evitando la fuga dei giovani e attirando investimenti esterni.
3. Coinvolgimento della comunità
L’università, insieme alle comunità locali, promuove la collaborazione e l’approccio partecipativo. Coinvolge i residenti, le imprese locali e i responsabili politici nelle sue iniziative, assicurando che i processi di rigenerazione rispondano alle esigenze e alle aspirazioni delle aree rurali. Attraverso workshop, forum pubblici ed eventi culturali, crea spazi per il dialogo, la condivisione di conoscenze e la co-creazione. Questo approccio collaborativo favorisce un senso di appartenenza ed emancipazione tra i residenti, migliorando la sostenibilità e il successo a lungo termine dei progetti di rigenerazione.
4. Collaborazione e Partnership
Agisce come catalizzatore per la collaborazione e le partnership nell’ambito degli sforzi di rivitalizzazione. Lavora in stretta collaborazione con governi locali, imprese, organizzazioni comunitarie e residenti per creare e attuare piani di sviluppo condivisi. Utilizza le sue reti e competenze per promuovere l’innovazione, attrarre finanziamenti e facilitare l’accesso alle risorse. Questo spirito di cooperazione e responsabilità condivisa contribuisce a strategie di rivitalizzazione inclusive e complete.
5. Educazione e sviluppo delle competenze
Offre programmi educativi adattati alle sfide delle aree rurali, con corsi di formazione che forniscono alle persone locali le competenze necessarie per contribuire ai processi di rigenerazione. Inoltre, si assicura che ci sia un flusso costante di professionisti qualificati che possano guidare l’agenda di sviluppo rurale.
6. Preservazione Culturale e Gestione del Patrimonio
Le aree rurali dell’entroterra italiano sono ricche di patrimonio culturale, tradizioni e identità uniche. Grazie alla sua competenza negli studi culturali, nell’archeologia e nella conservazione, l’università può svolgere un ruolo fondamentale nella preservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico. Attraverso la ricerca, la documentazione delle tradizioni locali e la collaborazione con le comunità, favorisce la gestione sostenibile e la promozione delle risorse culturali. Questo non solo rende le aree rurali più attrattive, ma rafforza anche il senso di orgoglio e identità tra i residenti.
7. Infrastrutture sostenibili e gestione delle risorse
Attraverso l’architettura, la pianificazione urbana e le scienze ambientali, gioca un ruolo cruciale nella progettazione di infrastrutture sostenibili e strategie di gestione delle risorse per le aree rurali. Questo include lo sviluppo di sistemi di energia rinnovabile, l’adozione di pratiche efficienti per la gestione dei rifiuti e la promozione di soluzioni di trasporto ecologiche. Integrando principi di sostenibilità nella struttura fisica e sociale delle comunità rurali, si contribuisce alla loro resilienza a lungo termine e alla tutela dell’ambiente.
8. Sviluppo Sostenibile e Tutela Ambientale
L’università promuove lo sviluppo sostenibile attraverso pratiche ecologiche, energie rinnovabili e un uso responsabile del territorio. Le ricerche si concentrano su tecniche agricole sostenibili, progetti di conservazione ambientale e sensibilizzazione alla tutela delle risorse naturali. Integrando la sostenibilità nei piani di rivitalizzazione, garantisce il benessere a lungo termine e la resilienza delle aree rurali.
In che modo un territorio può, quindi, collaborare con l’Università?
Alcune collaborazioni attuali riguardano progetti di ricerca, programmi di formazione e stage, centri di trasferimento tecnologico, collaborazioni con associazioni locali e progetti di recupero e riqualificazione. Università come Perugia, Teramo, Basilicata, Molise e Palermo hanno programmi di ricerca per lo sviluppo delle aree interne, su temi come agricoltura sostenibile, turismo rurale, conservazione del patrimonio culturale, sviluppo delle comunità, sistemi alimentari locali, conservazione ambientale e imprenditoria rurale. Alcune iniziative riguardano anche energia sostenibile, patrimonio culturale, sostenibilità ambientale, innovazione sociale e governance territoriale. Le iniziative sono specifiche e variano a seconda delle esigenze e delle caratteristiche delle diverse aree di studio. È possibile consultare i siti web delle università per conoscere bandi e posizioni aperte. È importante, tuttavia, che le amministrazioni si avvicinino alle università per garantire il miglioramento delle condizioni di vita delle aree interne e dei cittadini.
Attraverso la ricerca, la formazione, il trasferimento tecnologico e la riqualificazione del territorio, questa collaborazione promuove la crescita economica, la coesione sociale e la tutela dell’ambiente nelle comunità rurali interne. È importante che le aree interne del nostro Paese siano supportate passo dopo passo per favorire un cambiamento positivo per l’intero territorio. Grazie agli sforzi congiunti con gli attori locali, le università contribuiscono alla sostenibilità economica, sociale e ambientale delle comunità rurali, creando luoghi vivaci e resilienti per le generazioni presenti e future. La piena realizzazione del potenziale delle piccole comunità rurali italiane avviene attraverso una costante partnership tra università e aree rurali. Questo impegno collettivo permette all’entroterra italiano di sperimentare una crescita sostenibile, preservare il proprio patrimonio culturale e offrire una elevata qualità di vita ai residenti, nella direzione di un futuro prospero e paesi intelligenti.
Articolo di Luisa Lombardo, dottoranda dell’Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Architettura. Si occupa di progettazione tecnologica sostenibile delle aree interne siciliane del Parco delle Madonie, recupero, valorizzazione, tutela e conservazione dei centri minori. Innamorata della Sicilia, fa parte di diverse associazioni, tra cui il Fondo Ambiente Italiano e Riabitare l’Italia