Se chiedete a un fundraiser cosa fa di lavoro, non aspettatevi una risposta veloce. Una piccola guida per capire cos’è il fundraising e perché è così importante
Spesso si scambia il fundraiser per un mago, capace di reperire fondi per qualunque cosa, da chiunque e in tempi stretti, con un’agenda personale di contatti pronti a sostenere progetti. La realtà, come potete immaginare, è diversa.
Una disciplina, vari mestieri
Le attività di fundraising (sia presso privati, come cittadini, aziende e fondazioni, che enti pubblici) sono diventate sempre più importanti dopo la crisi del 2008 che ha visto il ruolo dello Stato indebolirsi ed i fondi pubblici diminuire. Benché sia una disciplina recente, il fundraising si sta sempre di più professionalizzando e specializzando, adattandosi ed evolvendo insieme al contesto ed il settore in cui opera.
Il fundraiser lavora essenzialmente per enti del Terzo Settore che propongono una risposta a bisogni locali (associazioni culturali, cooperative sociali, imprese sociali ecc) ma anche per comuni e istituzioni. È il protagonista principale nella creazione e facilitazione di relazioni tra stakeholder territoriali intorno al valore del dono e al coinvolgimento di questi nella missione dell’ente beneficiario di cui è l’ambasciatore. Per raggiungere i suoi obiettivi, non solo di raccolta fondi, il fundraiser innesca meccanismi di partecipazione intorno a dei valori comuni.
Identikit del fundraiser
Il fundraising è un’attività multidisciplinare, prevalentemente femminile (circa il 70% dei professionisti), definita dal bagaglio di competenze che si porta dietro il professionista. Per esempio, c’è chi si specializza in corporate fundraising per valorizzare le relazioni tra imprese profit (tramite attività di Corporate Social Responsability) e la missione dell’organizzazione, chi si specializza nel settore culturale lavorando con le istituzioni culturali e turistiche per garantire a tutti l’accesso alla cultura, oppure il digital fundraiser che si occupa di gestire la “comunità” digitale dell’ente ed interagire online con essa. O ancora il fundraiser abile nella scrittura delle comunicazioni si specializza in direct mailing, o chi si sente a suo agio nel contatto diretto con il donatore in Donor care.
Parallelamente troviamo anche l’Europrogettista, specializzato nella scrittura di progetti in risposta a bandi europei. Anche loro si specializzano in uno o due programmi europei (Erasmus, Creative Europe, Life…) dal momento che i requisiti di partecipazione cambiano da un programma all’altro.
Quando introdurre il fundraising nella tua progettazione?
Un bravo fundraiser saprà innanzitutto farvi le giuste domande per orientarvi senza illudervi, e se necessario, passare la palla ad un collega. Un ente come l’Assif (Associazione Italiana Fundraiser) può aiutarvi a cercare il fundraiser più adatto al vostro progetto. Se non avete una figura simile o non avete abbastanza risorse iniziali, esistono dei corsi online proposte da varie scuole del settore per acquisire le basi.
Alla domanda “Quando iniziare a reperire fondi?”, la risposta è “Prima di costituire la vostra realtà”. A seconda della natura giuridica della vostra organizzazione avrete diritto a determinate tipologie di fondi e agevolazioni. Se siete già costituiti, allora la risposta è “Contemporanamente alla scrittura del progetto e al coinvolgimento degli stakeholders”.
Fundraising e innovazione sociale
Per Martina Bacigalupi, fundraiser specializzata in rigenerazione urbana, il fundraising è una modalità di attivazione comunitaria che promuove il senso di appartenenza delle persone ad un luogo (o bene comune) e alla sua riattivazione. “Nei progetti di rigenerazione urbana la ri-appropriazione di un bene funziona quando la comunità se ne assume la responsabilità fino al punto di considerare il donare tempo e risorse al progetto come modo per prendervi parte e esserne protagonista.”
Secondo Paolo Venturi (AICCON e The FundRaising School e docente di imprenditorialità sociale e innovazione sociale), il fundraising è un “meccanismo generativo di cambiamento dal basso e quindi di innovazione sociale” in quanto coinvolge le persone (valore educativo del dono), recupera fiducia (crea relazione) e risorse (sviluppa strumenti di raccolta fondi) per produrre beni e servizi al beneficio del benessere della società. È quindi sempre di più uno strumento di economia sociale e di comunità che viene integrato a progetti di sviluppo locale, spesso complessi come la rigenerazione dei borghi.
Il fundraiser deve accompagnare i processi di innovazione sociale sapendo gestire la complessità con un approccio sistemico, in quanto il sociale può combinarsi con molti altri ambiti settoriali come il turismo, la cultura, l’abitare. È sia un facilitatore, un mediatore, un ricercatore, un progettista, un consulente che un attivista, come afferma Adriano Cancellieri dell’Università IUAV di Venezia.
Fundraising, cosa aspettate?
La valutazione e la comunicazione dell’impatto del progetto sulla comunità tramite i principi dell’accountability (rendicontazione) sono diventati degli elementi fondamentali per attrarre nuovi attori come la finanza privata e l’equity solidale. Il tema dell’alfabetizzazione finanziaria ed economica negli enti del Terzo Settore è ancora all’inizio ma può essere una strada interessante da percorrere per alcuni enti che producono beni e servizi come l’impresa sociale.
Non spaventatevi, non siete soli, approfittate della Rete per fare risalire le vostre domande, le vostre difficoltà e anche i vostri successi. In bocca al lupo.
Articolo di Auriane Borras, socia di RIFAI, urbanista di formazione e fundraiser di professione. Da 7 anni è responsabile del Donor care e del Personal Fundraising in una Onlus a Milano. Sensibile alla tematica della preservazione e del recupero del patrimonio, in particolare dei borghi in via di spopolamento, ha cercato di sviluppare un approccio pluridisciplinare alla cura del territorio all’interno della sua tesi di Master.